di Giovanna Malusà
Con la didattica a distanza (DAD) i docenti sono chiamati non solo a predisporre tempi di apprendimento, ma anche tempi di ascolto e di condivisione (indispensabile) con l'altro, senza rinunciare a modalità attive di insegnamento.
A prima vista, infatti, lavorare a distanza - soprattutto nella scuola primaria - sembra incompatibile con l’utilizzo di modalità didattiche cooperative.
Cosa si può fare? Come si può, almeno in parte, proporre una didattica attiva e in piccoli gruppi in una classe virtuale, continuando a supportare e a monitorare quanto elaborano gli studenti?
Un utilizzo strategico delle tecnologie a nostra disposizione può permettere agli insegnanti di risolvere in parte il problema, previo accordo con le famiglie e con quanto stabilito dalla normativa di ogni Istituto (nel rispetto della privacy).
Solitamente, una lezione cooperativa è caratterizzata da tre momenti:
- presentazione di una tematica alla classe
- lavoro in sottogruppi, con ruoli e compiti differenti
- restituzione alla classe e condivisione finale
Come trasformare queste fasi in una modalità virtuale, in particolare dal secondo ciclo della scuola primaria?
Tra i diversi software di e-learning utilizzabili nelle scuole, vi presento sinteticamente alcune opportunità offerte da Meet di Google e Zoom, sviluppato da Zoom Video Communications.
Hangouts Meet (riunioni video), raggiungibile dalla pagina di accesso di Chrome, è un’applicazione di Google che consente di organizzare videoconferenze in gruppi piuttosto numerosi; basta creare una riunione ed inviare il link a tutta la classe per partecipare. A tal scopo si possono utilizzare anche altre applicazioni. Ma tutto ciò non basta per permettere poi ai ragazzi di consultarsi nei diversi ruoli interdipendenti di ogni piccolo gruppo, secondo il modello Learning together, per esempio.
Una semplice soluzione può essere quella di creare riunioni, con link differenti per ogni sottogruppo, includendo tra i partecipanti anche il docente, che potrà così "aggirarsi virtualmente" tra i diversi piccoli gruppi di 4-5 studenti - anzichè tra i banchi ad isola - per incoraggiare, supportare, rispondere a domande...
Ad ogni studente (e famiglia), pertanto, l’insegnante invierà due possibili connessioni:
- un link per lavorare con il proprio sottogruppo
- un link per entrare in plenaria, in un "Circle time" virtuale di inizio e fine attività
Inizialmente il docente potrà essere il facilitatore di ogni sottogruppo, incontrato per una mezz’ora di tempo, uno dopo l’altro, e potrà così spiegare meglio a ciascuno come funziona questa applicazione, rassicurando ed infondendo fiducia.
Poi progressivamente potrà proporre l’attività didattica in modalità simultanea, rimanendo come osservatore esterno, che entra ed esce dalle diverse stanze virtuali dei ragazzi.
Oppure ancora potranno essere gli studenti, poi, ad organizzarsi in modo autonomo per ulteriori approfondimenti.
Nel momento di incontro in plenaria (Circle time finale) alcuni bambini, delegati dal piccolo gruppo di appartenenza, potranno riportare quanto discusso o prodotto (testi, filastrocche...) e aprire un confronto finale condiviso.
Zoom, invece, all'interno dello stesso collegamento consente di predisporre direttamente stanze virtuali, in cui poter entrare come docente per monitorare il lavoro di piccoli gruppi di studenti, disposti con assegnazione casuale o manuale (anche negli account free).
Sicuramente servono competenza, organizzazione e un pizzico di coraggio per superare questa nuova sfida, ma poi la soddisfazione dei nostri ragazzi e ragazze sarà la gratificazione che ci stimolerà ad inventare nuove strategie per rendere possibile ed umana questa condizione di didatttica a distanza forzata.
Sono davvero molti in rete i tutorial per approfondire gli aspetti tecnici dell’utilizzo delle piattaforme digitali, ma il vero cuore di ogni scelta rimane sempre ogni insegnante, che con la sua sensibilità, creatività ed elasticità è chiamato oggi più che mai ad inventarsi ed inventare modi nuovi per raggiungere i propri studenti, non uno di meno, per assicurare il diritto allo studio di tutti, in un clima accogliente e inclusivo, pur nella distanza.
Per ulteriori approfondimenti sulle metodologie cooperative si consiglia di visitare il sito di scintille.it